
La storia del Castrum ha radici antiche, forse tra le più antiche in valle di Susa.
Sorge su un’altura a sinistra della Dora Riparia, presso la vecchia strada che corre al piede della montagna e contiene al centro della sua area interna un grande masso erratico granitico lasciato dal ghiacciaio quaternario. Le prime tracce certe documentarie risalgono però solo al 1270 e poi al 1287 quando il Castrum Capriarum, citato nell’atto del notaio Giovanni Coqua di Avigliana, era punto di riferimento di un’ampia zona dipendente dalla signoria del monastero di San Giusto di Susa. Era sede del tribunale e del carcere dell’Abbazia e vi risiedeva il castellano che vi raccoglieva censi e decime.
Intuire cosa poteva ancora nascondersi sotto al manto erboso al centro dell’area murata non era facile. Lotto dopo lotto gli scavi archeologici hanno fatto riemergere un insieme di vani così articolato da creare un piccolo borgo. Una grande chiesa, poi ridotta nel tempo a favore di spazi di deposito e servizio, una cucina, un cantinone, un salone con grande camino. Dopo aver consolidato tutti i muri con iniezioni e risigillatura dei giunti scarificati, si è anche provveduto a ricostruire 2 o 3 corsi terminali di sacrificio lungo tutte le murature. In ultimo si è passati ai percorsi esterni, ritrovando a tratti un’antica mulattiera, e all’area fuori cinta. Nessuna traccia del ponte presso cui il notaio Coqua teneva gli atti alla fine del sec. XIII.
Vedi anche
“Il Castrum Capriarum e Condove: fortificazioni e poteri nel Medioevo Valsusino” Atti del convegno 18 gennaio 2014, in Segusium, gennaio 2015, Anno LII